venerdì 29 gennaio 2010

Nuovo processo di recupero delle bottiglie d'acqua

Sò che questo post è molto tecnico e a qualcuno risulterà ostico, ma essendo certo che la conoscenza di un materiale passa attraverso il suo ciclo produttivo sono sicuro che molti di voi lo troveranno interessantissimo. L'argomento trattato non è una mia ricerca ne fa parte delle mie conoscenze, è grazie a Stefano Corinaldesi che mettendo a disposizione un suo brevetto ci da la possibilità di capire il ciclo di recupero delle bottiglie di acqua in tutte le sue componenti (bottiglia PET, tappo PE, etichetta PE o carta), un ciclo che vede eliminate alcune fasi di lavorazione, i trasporti che ne sarebbero conseguiti e la possibilità di produrre, tramite presse ad iniezione direttamente nelle aziende di recupero, oggetti di vario tipo, tutto questo produce minor costi e minor inquinamento. Stefano Corinaldesi è un libero professionista operante nel settore delle materie plastiche con esperienze professionali e relativo background di tutto rispetto, tra le sue esperienze vi è la direzione di una importante azienda italiana che da 30 anni opera nello stampaggio ad iniezione di materiali termoplastici. La sua passione per le materie plastiche lo ha portato ad alcuni importanti brevetti e a vincere premi per l'innovazione tecnica di prodotti e produzione. Ci sarebbe molto altro da scrivere sulle sue esperienze e ricerche ma per ora accontentiamoci del suo brevetto sicuri che in futuro ci regalerà altri importanti contributi. Chiunque voglia contattare Stefano Corinaldesi può farlo tramite la sua mail corinaldesi@live.it.

Descrizione del processo di riciclo delle bottiglie

Descrizione del processo di creazione delle bottiglie di acqua:
1. Vengono stampate le provette ad iniezione utilizzando materiale PET in granuli di prima scelta. Le provette hanno dimensioni tipo (fiale per analisi ematologiche) per ridurre al minimo i costi di trasporto verso le aziende che imbottigliano l’acqua minerale. Il materiale PET da cristallino diventa amorfo. (Injection pipes from granulate of PET).
2. Le provette vengono riscaldate e soffiate per generare la bottiglia finita. (Blow Moulding)
3. Le bottiglie vengono riempite d’acqua. (Filling)
4. Le bottiglie vanno vendute su mercato e poi smaltite con la raccolta differenziata. (Market)


Descrizione dell’attuale processo di recupero delle bottiglie

5. Raccolta differenziata con separazione delle bottiglie in PET dal resto della plastica.(Waste
Collected)

Trasporto della merce da selezionare presso centri specializzati per il recupero del PET

6. Granulazione delle bottiglie complete di etichette e tappi. (Milling)
7. Separazione delle etichette in PP o PVC o HDPE e del tappo in PP o HDPE dal PET delle bottiglie. I tre materiali non sono tra loro chimicamente compatibili. La separazione avviene introducendo il materiale macinato in una vasca d’acqua e tramite la differenza di peso specifico vengono prelevate le scaglie di PET.(Separation and Washing)
8. Cristallizzazione delle scaglie PET in quanto il materiale amorfo non è possibile stamparlo ad iniezione (il materiale da cristallino era diventato amorfo durante lo stampaggio delle provette). (Crystallization of PET flakes)
9. Stampaggio ad iniezione. (Re-Injection)

Descrizione della soluzione brevettata per un nuovo processo di recupero delle bottiglie d’acqua

Esecuzione delle fasi di recupero attuale delle bottiglie a differenza di
Fase 5 viene mantenuta
Fase 6 viene mantenuta
Fase 7 viene eliminata
Fase 8 viene eliminata
Fase 9 viene mantenuta (i tre tipi differenti materiali vengono miscelati insieme con un apposito additivo che li rendono chimicamente compatibili)

Vantaggi:
1. Eliminazione delle fasi 7 e 8 (un impianto necessario per tali fasi costa circa 3 milioni di Euro)
2. Eliminazione dei costi di trasporto presso centri specializzati per il recupero del PET (tra fase 7 e fase 8)
3. Possibilità di installare presso gli attuali centri di gestione e recupero rifiuti non pericolosi (metallo e plastica) piccole unità produttive con presse ad iniezione classiche per produrre articoli direttamente dalle bottiglie selezionate.


venerdì 15 gennaio 2010

Poteva servire anche per Haiti! Una bottiglia = un mattone

Risale al 2008 questo interessante progetto del team di architetti svizzeri Instant e a conferma dell'importanza di tali studi l'idea è stata premiata con il Red dot design award, peccato che nessuno prenda sul serio le professionalità che vengono espresse. Il progetto è UNITED BOTTLE, suggerisce circuiti di riciclaggio aggiuntivi rispetto a quelli già esistenti ipotizzando un design che guardi al futuro, al di là del prodotto in se, un oggetto che si riutilizza al fine di aprire nuove possibilità e in questo la bottiglia in PET offre un modello da studiare ideale.


Lo scenario del progetto UNITED BOTTLE si basa sull'idea che le bottiglie in PET, in caso di crisi o di richiesta specifica, può essere utilizzata come materiale da costruzione immediato per alloggi temporanei. Durante lo stato di emergenza le istituzioni di soccorso e le ONG devono affrontare due sfide importanti: la distribuzione di acqua potabile e la costruzione di alloggi di emergenza. UNITED BOTTLE si propone di risolvere questa sfida con un unico viaggio e lo studio approfondisce in modo esaustivo questo aspetto. I governi e le ONG possono impiegare le UNITED BOTTLE in primo luogo per distribuire l'acqua a livello locale e regionale e nel momento del bisogno come materiale da costruzione in combinazione con materiali facilmente ricuperabili come sabbia, terra, liquidi e materiali isolanti naturali, come peli di animali o piume.


La semplice bottiglia opererebbe letteralmente come un contenitore per la consapevolezza della prossima crisi, è una bottiglia d'acqua in PET e un'unità di prefabbricazione.


venerdì 8 gennaio 2010

Solare Termico? si può, riusando PET!

Il governo dello Stato del Paraná, nel sud del Brasile ha condotto un interessante esperimento di progettazione ambientale utilizzando materiali di scarto. Da agosto 2006 agenzie statali hanno patrocinato progetti di costruzione di scaldacqua solari costruiti con bottiglie in PET riciclate e contenitori in tetrapak per il confezionamento del latte. Finora circa 3.000 impianti sono stati costruiti e messi in funzione in 254 comuni di Paraná, riutilizzando circa 1,2 milioni di bottiglie in PET e cartoni di latte che altrimenti sarebbero andate in discarica. Ci vogliono 200 bottiglie in PET e 200 cartoni di latte per la costruzione dei pannelli solari per acqua calda per un impianto. Si stima che l’impianto, se il riscaldamento venisse utilizzato per riscaldare l'acqua per due bagni, può portare ad un risparmio fino a 120 KW al mese.
L’idea è stata proposta da José Alano, che nel 2004 aveva ricevuto il premio Ecologia dalla rivista brasiliana Superinteressante. Alano ha ricevuto il sostegno del governo dello Stato del Paraná, e il "Hot Water for All" (Água quente para todos) così è stato inserito nel Programma sui rifiuti dello Stato “Dispersione Zero” (Programa Desperdício Zero).
Gli impianti per il riscaldamento dell’acqua sono stati installati presso gli uffici regionali dei vari organi dello Stato Sistema Ambiente, Segreteria Ambiente (SEMA), l'Istituto per l'ambiente (IAP), la Soprintendenza di sviluppo delle risorse idriche e Igiene ambientale (Suderhsa), e l'Istituto del territorio, cartografia e Geosciences (ITCG). Sono stati anche installati in diversi campus universitari in tutto lo stato.
Per facilitare e diffondere la creazione d’impianti del genere lo stato ha messo a disposizione un semplicissimo manuale ricco d’immagini e ovviamente in portoghese.