domenica 22 gennaio 2012

La parete divisorie, riusando bottiglie in PET, del ristorante Morimoto.

Ecco un interessante esempio di parete divisoria riusando le bottiglie in PET, un bel modo di valorizzarle così come sono, senza particolari lavorazioni.

A proporci questo esempio di riuso è il mondo dell'architettura e in particolare un maestro del progetto di qualità come Tadao Ando, che all'interno del ristorante Morimoto di New York, il suo primo progetto in questa città, crea una parete che arreda e caratterizza l'intero spazio.

Il locale è piacevole, un po troppo minimalista ma, come nella tradizione dello studio Ando, ben fatto, con un attenzione al dettaglio, una ricerca nell'uso dei materiali e una capacità di attualizzazione delle tradizioni giapponesi che dall'ingresso, agli arredi, alla scelta dei tessuti, rispecchia una contemporaneità degna dei migliori interventi di progettazione d'interni.

La parete è composta da 17.400 bottiglie per acqua, in PET, da 0,5 litri, mostra da entrambi i lati il fondo delle bottiglie, accompagna, divide e impreziosisce la scala di collegamento delle due sale.


La parete appare molto leggera, quasi come se fosse appesa al soffitto, in realtà le bottiglie sono rette da un sistema di tubolari e quadrangolari metallici molto complesso, a questo si aggiunge un ulteriore sistema di cilindri, saldati alla struttura principale, dove incastrare le bottiglie dalla parte del collo.

Sfruttando a pieno le caratteristiche intrinseche del PET, rafforzate dalla presenza dell'acqua contenuta nelle bottiglie, e grazie ad un sistema di illuminazione a LED la parete è anche luce.

Così lo Studio Ando crea la trasposizione contemporanea della cultura giapponese verso l'acqua, evidenziando la preziosità di questo elemento, sempre meno disponibile, da dosare, da conservare, da proteggere.

Un interessante articolo con delle visioni a 360° lo potete trovare sul sito della rivista di architettura Architectural Record.
Un altro esempio di parete divisoria lo trovate qui.
Le ultime 5 foto sono di Kenzo e le potete trovare qui, su Flickr.