Vi consiglio di leggere l'ultimo libro di Guido Viale "La civiltà del riuso", Riparare, riutilizzare, ridurre. Non avendo la presunzione di recensire il testo vi trascrivo una scheda sintetica sull'autore e la sintesi dei contenuti del libro dell'editore Laterza:
Guido Viale è nato a Tokyo nel 1943. Collabora con “la Repubblica”, “il manifesto” e numerose riviste. Tra le sue pubblicazioni: Il Sessantotto. Tra rivoluzione e restaurazione (Milano 1978, Rimini 2008); Un mondo usa e getta. La civiltà dei rifiuti e i rifiuti della civiltà (Milano 1994 e 2000); Tutti in taxi. Demonologia dell’automobile (Milano 1996); Governare i rifiuti. Difesa dell’ambiente, creazione d’impresa, qualificazione del lavoro, sviluppo sostenibile, cultura materiale e identità sociale dal mondo dei rifiuti (Torino 1999); A casa. Una storia irritante (Napoli 2000); Vita e morte dell’automobile. La mobilità che viene (Torino 2007); Prove di un mondo diverso. Itinerari di lavoro dentro la crisi (Rimini 2009).
In breve
Usato come nuovo, usato perché è ecologico, usato perché non posso fare altrimenti, usato perché mi ricorda qualcosa o qualcuno: le cose hanno una vita che ci riguarda da vicino. Molto di più di quanto crediamo. Potrebbero essere loro il fulcro della civiltà del terzo millennio.
Non facciamo mai caso che in albergo, al ristorante, al bar, al cinema, dormiamo tra lenzuola e mangiamo in piatti già usati centinaia di volte, ci mettiamo in bocca posate che altri hanno già utilizzato, ci accomodiamo su sedie e poltrone che hanno già sostenuto molti altri corpi. L’appartamento dove viviamo, se non è di nuova costruzione, è già stato abitato da molte altre famiglie. Le città che frequentiamo sono già state utilizzate per centinaia o migliaia di anni. L’intero pianeta è stato ed è usato e condiviso da miliardi di altri esseri umani. Dono, baratto, condivisione, abbandono, esproprio e saccheggio hanno da sempre un peso molto maggiore di quanto si pensi: l’atteggiamento, i sentimenti e le finalità che accompagnano queste azioni ci svelano la realtà del nostro rapporto con le cose, che è quasi sempre carico di senso e di affetti, ben più delle pulsioni o dei ragionamenti che guidano all’acquisto del ‘nuovo’, dove prevalgono invece sensazioni e scelte imposte dal mercato. Ma il riuso ha potenzialità nascoste: perché le cose che scartiamo ogni giorno sono tantissime e perché il recupero conviene sia a chi cede che a chi acquisisce, riduce il prelievo di materie prime e la produzione di rifiuti, promuove condivisione e commistione di gusti e stili di vita, aumenta l’occupazione. Promuovere il riuso si può fare in breve tempo e con poche risorse.
Indice
1. La vita delle cose - 2. Il distacco: tenerezze e rancori - 3. Ambigue passioni - 4. In cammino verso il riuso - 5. Cose da recuperare - 6. La cultura del riuso - 7. Condividere i beni - 8. Il souk della sostenibilità - Bibliografia
ho selezionato tre recensioni che potete leggere qui:
http://www.gazeco.it/recensioni-libri/547-guido-viale-la-civilta-del-riuso-
http://recensionelibri.myblog.it/archive/2010/05/11/la-civilta-del-riuso-guido-viale.html
http://mainograz.wordpress.com/2010/06/19/crisi-riuso-libri-e%E2%80%A6/
Guido Viale è nato a Tokyo nel 1943. Collabora con “la Repubblica”, “il manifesto” e numerose riviste. Tra le sue pubblicazioni: Il Sessantotto. Tra rivoluzione e restaurazione (Milano 1978, Rimini 2008); Un mondo usa e getta. La civiltà dei rifiuti e i rifiuti della civiltà (Milano 1994 e 2000); Tutti in taxi. Demonologia dell’automobile (Milano 1996); Governare i rifiuti. Difesa dell’ambiente, creazione d’impresa, qualificazione del lavoro, sviluppo sostenibile, cultura materiale e identità sociale dal mondo dei rifiuti (Torino 1999); A casa. Una storia irritante (Napoli 2000); Vita e morte dell’automobile. La mobilità che viene (Torino 2007); Prove di un mondo diverso. Itinerari di lavoro dentro la crisi (Rimini 2009).
In breve
Usato come nuovo, usato perché è ecologico, usato perché non posso fare altrimenti, usato perché mi ricorda qualcosa o qualcuno: le cose hanno una vita che ci riguarda da vicino. Molto di più di quanto crediamo. Potrebbero essere loro il fulcro della civiltà del terzo millennio.
Non facciamo mai caso che in albergo, al ristorante, al bar, al cinema, dormiamo tra lenzuola e mangiamo in piatti già usati centinaia di volte, ci mettiamo in bocca posate che altri hanno già utilizzato, ci accomodiamo su sedie e poltrone che hanno già sostenuto molti altri corpi. L’appartamento dove viviamo, se non è di nuova costruzione, è già stato abitato da molte altre famiglie. Le città che frequentiamo sono già state utilizzate per centinaia o migliaia di anni. L’intero pianeta è stato ed è usato e condiviso da miliardi di altri esseri umani. Dono, baratto, condivisione, abbandono, esproprio e saccheggio hanno da sempre un peso molto maggiore di quanto si pensi: l’atteggiamento, i sentimenti e le finalità che accompagnano queste azioni ci svelano la realtà del nostro rapporto con le cose, che è quasi sempre carico di senso e di affetti, ben più delle pulsioni o dei ragionamenti che guidano all’acquisto del ‘nuovo’, dove prevalgono invece sensazioni e scelte imposte dal mercato. Ma il riuso ha potenzialità nascoste: perché le cose che scartiamo ogni giorno sono tantissime e perché il recupero conviene sia a chi cede che a chi acquisisce, riduce il prelievo di materie prime e la produzione di rifiuti, promuove condivisione e commistione di gusti e stili di vita, aumenta l’occupazione. Promuovere il riuso si può fare in breve tempo e con poche risorse.
Indice
1. La vita delle cose - 2. Il distacco: tenerezze e rancori - 3. Ambigue passioni - 4. In cammino verso il riuso - 5. Cose da recuperare - 6. La cultura del riuso - 7. Condividere i beni - 8. Il souk della sostenibilità - Bibliografia
ho selezionato tre recensioni che potete leggere qui:
http://www.gazeco.it/recensioni-libri/547-guido-viale-la-civilta-del-riuso-
http://recensionelibri.myblog.it/archive/2010/05/11/la-civilta-del-riuso-guido-viale.html
http://mainograz.wordpress.com/2010/06/19/crisi-riuso-libri-e%E2%80%A6/
Nessun commento:
Posta un commento